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martedì 17 maggio 2011

La piemontizzazione d'Italia e la nascita del brigantaggio

Come disse il ministro Massimo d'Azeglio: "fatta l'Italia, si devono fare gli Italiani", infatti ogni realtà territoriale aveva dialetti diversi, leggi diverse e situazioni economiche diverse: il Nord era industriale e sviluppato, mentre il Sud era agricolo e arretrato.
Il Piemonte cercò di "unificare" la nazione accentrando il potere nelle proprie mani: imponendo il servizio  militare obbligatorio, un prefetto in ogni regione e inviando poliziotti piemontesi.
Nel Sud si cominciarono ad organizzare bande di briganti, che ridotti alla fame dalla politica piemontese, iniziarono a compiere rapine e sequestri, con l'appoggio spontaneo della popolazione, fomentata dalla Chiesa e dai Borboni in esilio.

lunedì 16 maggio 2011

La breccia di Porta Pia: Roma capitale del Regno d'Italia

Nel 1864 i Savoia avevano spostato la capitale a Firenze. Nel 1870, dal momento che i Francesi sconfitti dai Prussiani non avrebbero più potuto difendere il Papa, un reparto di bersaglieri (guidati dal Generale Lamarmora) entrò a Roma dopo aver aperto un varco a Porta Pia (20 settembre).
L'anno dopo si stabilì che lo Stato Vaticano avrebbe posseduto solo una piccola parte di Roma, divenuta capitale del Regno d'Italia.
Il Papa Pio IX scomunicò il Re e "proibì " ai cristiani di partecipare alla vita politica.

Dalla Guerra Franco-Prussiana alla Comune di Parigi

La Francia, preoccupata della potenza crescente della Prussia, le dichiarò guerra.
Nel settembre del 1870 le truppe di Napoleone III furono sconfitte a Sedan. I Francesi persero così due regioni: l'Alsazia e la Lorena. Napoleone III scappò in Inghilterra e in Francia venne proclamata la Repubblica, controllata da forze moderate.
Poi i democratici e gli operai diedero vita a un governo chiamato COMUNE.
Questa esperianza durò dal 18 marzo al 28 maggio del 1871: era il primo modello di società socialista, fondata su idee di uguaglianza e giustizia sociale. 
Il governo conservatore prese di nuovo il potere e represse i comunardi con grande ferocia. 

La terza guerra d'Indipendenza (1866)

Il nuovo regno d'Italia sotto la guida della Destra storica fece un accordo con la Prussia: i Prussiani avrebbero attaccato l'Austria da Nord e l'Italia da Sud, così la Prussia si sarebbe ripresa i suoi territori e l'Italia il Veneto.
I Prussiani vinsero contro l'Austria mentre l'esercito italiano perse a Custoza e a Lissa.
Comunque la Prussia costrinse l'Austria a cedere il Veneto all'Italia.
Rimanevano però ancora austriache Trento e Trieste, che rimarranno irredente (non liberate) fino alla Prima Guerra Mondiale (1915-1918).

martedì 10 maggio 2011

Dalla spedizione dei 1000 all'unità d'Italia

Nel 1860 Cavour riprese la sua carica di primo ministro. Lui spinse le popolazioni insorte in Toscana e in Emilia Romagna a indire dei plebisciti, con cui confermare il loro desiderio di annettersi al Regno dei Savoia.
Per liberare il Sud Italia dai borbonici, Cavour si affidò a Garibaldi, che con 1072 volontari partì dalla Liguria il 4 maggio 1860 alla volta di Marsala in Sicilia: la spedizione dei 1000.
I borbonici vennero sconfitti a Calatafimi e a Milazzo. L'8 agosto Garibaldi sbarcò in Calabria e il 7 settembre entrò vincitore a Napoli.
Cavour, spaventato che Garibaldi potesse invadere lo Stato Pontificio, inviò un esercito per fermarlo e restituire il controllo a Vittorio Emanuele II.
L'incontro tra il re e il generale avvenne a Teano. Garibaldi disse "obbedisco" e si ritirò a Caprera.
Anche il Sud Italia, con dei plebisciti, venne annesso al regno dei Savoia.
Il 17 marzo 1861 il Primo Parlamento Italiano proclamò la nascita del Regno d'Italia, con a capo Vittorio Emanuele II e capitale Torino.

La seconda guerra d'indipendenza

Cavour provocò l'Austria che cadde nella trappola: nell'aprile del 1859 gli Austriaci entrarono in Piemonte. In attesa dell'arrivo dei Francesi, le truppe piemontesi riuscirono comunque a cavarsela bene: sconfissero il nemico a Solferino e a San Martino, mentre Garibaldi, a capo di un corpo di volontari liberava Brescia, Bergamo, Como e Varese. I patrioti in Toscana e in Emilia Romagna, nel frattempo, riuscirono a cacciare i loro sovrani.
I Francesi però avevano firmato un armistizio a Villafranca con Francesco Giuseppe d'Austria, senza avvertire Cavour. L'Austria cedette la Lombardia ai Savoia, ma tenne il Veneto.
Cavour arrabbiato si dimise dalla carica di primo ministro.

Gli accordi di Plombières (1858)

In politica estera Cavour riuscì a trovare due grandi alleati, la Francia e l'Inghilterra, andando contro la Russia, in occasione della guerra di Crimea (1855).
Nel 1856 al Congresso di Parigi, Cavour sottolineò che una gran parte dell'Italia era ancora sotto gli Austriaci. Fu così che nel 1858 Napoleone III firmò in segreto gli accordi di Plombières: la Francia avrebbe difeso Vittorio Emanuele II da un eventuale attacco austriaco e in caso di vittoria avrebbe avuto Nizza e la Savoia.

Le conseguenze della prima guerra d'indipendenza

Visto il fallimento della guerra intrapresa da Carlo Alberto, i repubblicani decisero di insorgere.
Venne instaurata la repubblica in Toscana, a Roma (governata da Mazzini e difesa da Garibaldi) e a Venezia.
Ma poco dopo le forze conservatrici europee prevalsero.
Con un colpo di stato Luigi Napoleone Bonaparte (nipote dell'ex-imperatore) prese il controllo della Francia, con il nome di Napoleone III. Quest'ultimo andò subito in soccorso al Papa.
Nel frattempo l'Austria fece cadere la repubblica in Toscana e a Venezia, e Palermo era tornata ai Borboni.

mercoledì 4 maggio 2011

I liberali moderati e Camillo Benso conte di Cavour

I liberali moderati cercavano accordi con i sovrani e puntavano a ottenere costituzioni che allargassero le libertà, in modo da garantire i diritti del popolo accanto a quelli dei monarchi.
Esponente di spicco dei liberali moderati italiani fu Camillo Benso, conte di Cavour.
Lui non voleva un'Italia repubblicana e federale; non sopportava le ingerenze della Chiesa e temeva le rivoluzioni.
La sua azione fu fondamentale per convincere Carlo Alberto a iniziare la guerra contro l'Austria.

La prima guerra d'indipendenza

I liberali moderati convincono il re del Piemonte, Carlo Alberto, ad attaccare l'Austria in difficoltà, per diventare il paladino dell'indipendenza italiana.
Così il 23 marzo 1848 Carlo Alberto dichiara guerra all'Austria: è la prima guerra d'indipendenza.
All'inizio i Piemontesi vincono qualche battaglia, ma poi perdono a Custoza (nelle campagne veronesi) il 25 luglio1848: il Piemonte deve cedere Milano all'Austria.
Il 23 marzo 1849 i Piemontesi, ritornati in guerra, perdono a Novara.
Il giorno dopo, Carlo Alberto lascia il trono al figlio Vittorio Emanuele II, che firma un armistizio con l'Austria.

mercoledì 27 aprile 2011

Il Risorgimento: la primavera dei popoli (1848)

ROMA - Nel 1846 morì a Roma Gregorio XVI,  un papa conservatore, molto amico degli Austriaci e venne eletto Pio IX, che aveva fama di essere più aperto alle idee liberali. Egli infatti liberò alcuni prigionieri politici e concesse la libertà di stampa.
Incoraggiati da queste aperture e dalle ribellioni che s’accendevano in mezza Europa  (Parigi, Vienna, Budapest e Berlino), anche i patrioti italiani entrarono in rivolta contro gli Austriaci a Nord e i Borboni a Sud.
PALERMO E NAPOLI - Dopo che Ferdinando II, sovrano del Regno delle Due Sicilie, aveva rifiutato qualunque riforma, Palermo si ribellò (12 gennaio 1848). La rivolta si estese fino a Napoli e il re dovette concedere la Costituzione.
TORINO - Preoccupato che anche in Piemonte ci potessero essere ribellioni, il 4 marzo 1848 il re Carlo Alberto, promulgò a Torino la Costituzione (Statuto Albertino).
VENEZIA -Il 17 marzo 1848, gli operai dell’arsenale, gli studenti , i liberali e i patrioti di Venezia insorsero contro gli occupanti Austriaci.
Liberarono due capi del movimento di liberazione, Daniele Manin e Niccolò Tommaseo, scacciarono le truppe di Radetzky e proclamarono la Repubblica.
MILANO – I patrioti lombardi fecero lo sciopero del tabacco: dal momento che le sigarette erano monopolio austriaco i patrioti decisero di non fumare per danneggiare l’Austria “dominatrice”. Si racconta che per strada ci fossero Austriaci con tre sigari in bocca a provocare i passanti . Si verificarono diversi incidenti e il 18 marzo 1848 gli scontri si trasformarono in rivoluzione.
I Milanesi costruirono barricate e combatterono per cinque giornate, finché Radetzky non lasciò la città.
MODENA E PARMA – In queste città l’insurrezione popolare costringe i rispettivi duchi alla fuga.

Mazzini e il desiderio di libertà

L’indipendenza della Grecia e la liberazione del Sudamerica, dal dominio coloniale spagnolo e portoghese, ridiedero fiducia ai rivoluzionari.
Nel 1830 Parigi insorse e il re in carica, Carlo X, venne sostituito da Luigi Filippo d’Orleans, nominato dal parlamento.
In Italia sostenitore della sollevazione popolare fu il carbonaro Giuseppe Mazzini, che in esilio in Francia fondò “La Giovane Italia”: un’associazione di rivoluzionari che avrebbe dovuto educare il popolo ad agire in prima persona per la conquista della propria libertà.
I primi moti mazziniani ( in Liguria e in Calabria) fallirono, la Giovane Italia si disgregò, ma il suo spirito continuò a vivere nelle successive lotte per la liberazione e unificazione d’Italia.

mercoledì 20 aprile 2011

I Moti Rivoluzionari del 1820-1821

Nel 1820-1821, i patrioti riuscirono a scatenare dei moti rivoluzionari in varie parti d' Europa (Italia compresa). Ma questi moti fallirono perchè riguardavano solo le società segrete, senza il coinvolgimento della grande maggioranza della popolazione.

Le conseguenze del congresso di Vienna

Gli anni successivi al congresso di Vienna furono caratterizzati dagli scontri tra patrioti liberali che chiedevano le libertà scritte nelle costituzioni e l’ aristocrazia conservatrice che si opponeva e sosteneva la restaurazione. In alcuni paesi come l’ Italia, maggiormente frammentati e soggetti al dominio delle grandi potenze europee, la richiesta di una costituzione si unì, come ideale, alla lotta per l’indipendenza dall’occupazione straniera.
I governi conservatori continuarono a incarcerare ed esiliare tutti gli oppositori della restaurazione.
Fu così che i liberali decisero di organizzarsi in società segrete, formate da piccoli gruppi di cospiratori, che si nascondevano per non farsi sorprendere dalla polizia e dalle spie.
In Italia l’associazione segreta più famosa fu la Carboneria: il colore del carbone ricordava “l’oscurità” in cui dovevano rimanere per non essere imprigionati, il carbone inoltre crea “il fuoco” della Rivoluzione.

Il congresso di Vienna (Ottobre 1814- Giugno 1815)

Austria, Prussia, Russia, Inghilterra e il re di Francia si riunirono nel congresso di Vienna per far tornare l’Europa all’ ordine precedente alla Rivoluzione Francese e per proporre la monarchia come valore indiscusso, in base al principio di legittimità ed equilibrio. Quest’ultimo, caldeggiato dal ministro austriaco Metternich,  consisteva nel dividere l’ Europa in stati della stessa potenza, misurata a tavolino, in modo che non ci fosse nessun motivo per entrare in guerra.
Gli stati partecipanti al congresso di Vienna firmarono inoltre un patto politico-militare offrendosi reciprocamente “assistenza, aiuto e soccorso”, dovunque fossero stati minacciati da ribellioni e rivolte popolari.

giovedì 14 aprile 2011

La morte di Napoleone

Nel 1813 a Lipsia, Napoleone subì una nuova sconfitta. Nel frattempo la Francia rimise al trono i vecchi monarchi (Luigi XVIII) e Napoleone venne esiliato all'isola d'Elba. Ma poco dopo scappò dall'isola, rientrò in Francia e riorganizzò un esercito.
Si scontrò con la coalizione degli stati europei. Il 18 giugno 1815 fu definitivamente sconfitto in Belgio a Waterloo.
Questa volta gli Inglesi lo mandarono in esilio a Sant'Elena (un'isoletta dell'Oceano Atlantico da dove non poteva fuggire) e dove morì il 5 maggio 1821.

La Campagna di Russia

Austria, Prussia, Russia e Inghilterra si coalizzarono contro Napoleone.
Il 21 ottobre 1805 Napoleone venne sconfitto a Trafalgar da Nelson, in una battaglia navale. Il 2 dicembre 1805 Napoleone sconfisse gli Austriaci ad Austerlitz.
Riuscì a sconfiggere anche i Prussiani e i Russi, e nel 1808 invase la Spagna.
Nel 1812 Napoleone intraprese la campagna di Russia con l'intento di controllare questo stato, per isolare i commerci dell'Inghilterra verso Oriente.
Le truppe russe si ritirarono quasi senza combattere. Quando Napoleone arrivò a Mosca trovò la città incendiata, distrutta e senza cibo. Con l'arrivo dell'inverno decise la ritirata, ma il suo esercito fu attaccati e distrutto mentre attraversava il fiume Beresina.

mercoledì 13 aprile 2011

Napoleone conquista il potere in Francia

Napoleone tornato in Francia, sostenuto dai militari, toglie il potere al Direttorio e diventa Primo Console (colpo di stato del 18 Brumaio dell’anno VIII- 9.11.1799), poi emana una costituzione che gli attribuisce tutti i poteri.
Nel 1804 Napoleone si fece incoronare imperatore dei francesi, riesumando nuovamente un’antica istituzione romana.

Le prime campagne Napoleoniche

In preda all’entusiasmo per la vittoria italiana, il direttorio spinse Napoleone ad attaccare l’Inghilterra, andando in Irlanda per “tagliare” le comunicazione tra Gran Bretagna e Stati Uniti. I francesi subirono una sconfitta. Napoleone decise allora di ripiegare sull’Egitto per interrompere il flusso commerciale inglese su Mediterraneo. Nell’Aprile 1798 Napoleone conquistò Alessandria d’Egitto, sconfiggendo l’esercito turco, ma poi venne sconfitto in mare dalla flotta inglese di Orazio Nelson.

L’ascesa di Napoleone

Il direttorio non riusciva a riportare l’ordine in Francia, così per distogliere l’attenzione dai problemi interni, decise di intraprendere una Campagna d’Italia per andare contro l’Austria. La spedizione partì nell’Aprile del 1796, capitanata da Napoleone Bonaparte. In pochi mesi la Francia guadagnò Nizza, la Savoia, la Lombardia, l’Emilia Romagna e la Repubblica di Venezia. Quest’ultima, con il trattato di Campoformio del 1797, venne ceduta all’Austria. Nel 1798 Napoleone prese anche Roma e Napoli.

La fine di Robespierre

Nell’epoca del terrore gli ideali della rivoluzione divennero estremisti: il 23 Novembre 1793 si chiusero tutte le chiese, si impose la fine della religione tradizionale e fu dato il via al culto della Dea Ragione. Fu anche introdotto un nuovo calendario che contava gli anni dal giorno della rivoluzione. Robespierre a capo del Comitato di Salute Pubblica fece condannare Danton e i suoi seguaci. Lo scontento generale per questa politica del terrore portò a una cospirazione contro Robespierre che fu arrestato e giustiziato il 28 luglio 1794 (colpo di stato del 9 Termidoro). Nell’inverno del 1794 la coalizione antifrancese si sgretolò e nel 1795 la Prussia stipulò la pace con la Francia. Fu redatta una nuova costituzione che conferiva il potere esecutivo a un Direttorio composto da 5 membri  e quello legislativo a due camere (il Consiglio degli Anziani e il Consiglio dei Cinquecento).

La proclamazione della Repubblica Francese e il terrore rivoluzionario

Il fronte antifrancese si allargò: quasi tutta l’Europa era schierata contro la Francia.Il 20 settembre 1792 l’esercito francese sconfisse i Prussiani a Valmy. In quell’occasione venne instaurata la Repubblica. Il nuovo governo decise di uccidere Luigi XVI, in quanto traditore della patria: l’esecuzione avvenne il 21 gennaio 1793. Lo stesso anno la Vandea insorse contro il governo repubblicano, accusato di colpire il clero e di ostacolare la religione. Il governo repubblicano rispose con l’istituzione del “comitato di Salute Pubblica”, che instaurò un regime di “terrore rivoluzionario”, attraverso il quale si sarebbe dovuto combattere qualsiasi  nemico della Repubblica. Furono giustiziate 30.000 persone.

La presa di potere dei montagnardi

Il raggiro del re fu evidente quando , mentre la Francia stava perdendo, gli ufficiali, provenienti dall’aristocrazia, non si avvalsero dei molti volontari. Lo scontento popolare si manifestò contro il re. Ciò che però smascherò realmente l’inganno fu la minaccia del duca di Bruswick, comandante dell’esercito austro-prussiano, di distruggere Parigi in caso di attentati contro la famiglia reale. Fu così che gruppi armati assalirono la residenza del re , che fu imprigionato. I montagnardi, guidati da Danton, presero il controllo del governo, al posto dei girondini, decretando la fine della monarchia.

La guerra della Francia rivoluzionaria contro l’Austria e la Prussia

Temendo ulteriori disordini, il re venne reintegrato dopo avergli fatto giurare sulla Costituzione.
La fazione che prevalse per il governo fu quella girondina, intenzionata a dichiarare guerra all’Austria e alla Prussia che continuavano a minacciare la Francia rivoluzionaria. In realtà queste minacce erano determinate dal fatto che Luigi XVI aveva fatto un accordo con i due stati: sperava che una sconfitta francese potesse portare un ritorno al passato, alla monarchia assoluta. Fu così che il 20 Aprile 1792, la Francia dichiarò guerra all’Austria.

La fuga di Luigi XVI

Dopo la Rivoluzione la Francia vive un periodo di instabilità dovuto per lo più alla contrapposizione tra i nobili che non si rassegnavano alla sconfitta e i rivoluzionari che desideravano una totale repressione dell’aristocrazia. Nel 1791 Luigi XVI, preoccupato per la situazione, tentò di fuggire con la sua famiglia in Belgio; questo atto venne visto come un tradimento: il re venne incarcerato in attesa di decisioni sulla sua sorte.

La monarchia dopo la Rivoluzione Francese

Il 26 Agosto 1789 l’Assemblea approvò  “la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino” (che proclamava i valori fondamentali della rivoluzione cioè la libertà, l’uguaglianza e la fratellanza), e decise inoltre che sarebbe stato il popolo a decidere chi avrebbe dovuto guidare la vita politica.  Il 3 Settembre 1791 entrò in vigore una Costituzione che permetteva il diritto di voto ai “cittadini attivi”, cioè a coloro che pagavano le tasse. Il potere legislativo era affidato a cittadini di reddito abbastanza elevato, riuniti in Assemblea legislativa. Il potere esecutivo spettava ai ministri del re (quest’ultimo aveva comunque diritto di veto)…la monarchia diventa così da assoluta costituzionale.

lunedì 11 aprile 2011

La presa della Bastiglia (14.07.1789)

Il 27 giugno 1789 il re Luigi XVI è costretto a riconoscere il ruolo dell'Assemblea Costituente, ma non accetta i cambiamenti proposti da quest'ultima. Per spaventare l'Assemblea e costringerla a ritrattare, il re manda truppe a Versailles e a Parigi.
Il popolo insorge e "prende" la Bastiglia: il carcere parigino dove erano rinchiusi gli oppositori politici. E' il 14 luglio 1789.
Nelle campagne i contadini insorgono e l'Assemblea Nazionale decreta l'abolizione dei diritti feudali.
Per far rientrare l'agitazione l'Assemblea Nazionale istituì dei governi locali provvisori e un esercito popolare, chiamato Guardia Nazionale.
Luigi XVI dovette legittimare le decisioni prese dall'Assemblea.

sabato 2 aprile 2011

La convocazione degli Stati Generali e “il giuramento della pallacorda”

autori: Sathe Molla e Adis Lutisoski

Nel 1788 Luigi XVI convoca gli Stati Generali per far fronte alla crisi.
In questa occasione i borghesi mettono in evidenzia che il sistema di votazione era ingiusto, poiché ogni “stato” aveva diritto ad un voto, quindi inevitabilmente avrebbero vinto sempre clero e nobiltà, uniti dagli stessi interessi.
La borghesia propone un sistema di votazioni individuale ogni deputato aveva diritto ad un voto. Questo non andava bene al primo e al secondo stato che avrebbero ovviamente perso, in quanto il numero di componenti del III Stato era superiore.
Il 5 maggio 1789 Versailles, in occasione della nuova convocazione degli Stati Generali, non riuscendo a mettersi d’accordo sul sistema di voto, la borghesia decise di fondare un’Assemblea Costituente con lo scopo di emanare una Costituzione per la Francia (17.06.1789).
Questo gesto è conosciuto come “giuramento della pallacorda”, in quanto avvenne nella sala di Versailles deputata a questo gioco, antenato del tennis.

giovedì 31 marzo 2011

Le premesse della Rivoluzione Francese

autori: Adis Lutisoski e Sathe Molla

- La Francia è stata impoverita dalle molte guerre e dalla perdita delle colonie.
- La borghesia (III Stato) è stanca di pagare tasse che gli aristocratici non pagano, di non avere diritto di accedere alle cariche pubbliche e della frammentazione della Francia che ostacola lo sviluppo dei commerci e delle attività industriali.
- I contadini vivono oppressi, ancora “vittime” di un sistema feudale.
- Gli Illuministi propongono una società basata sull’uguaglianza di tutti i cittadini e sulle libertà politiche ed economiche.

mercoledì 30 marzo 2011

La Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti: 4.07.1776


La Dichiarazione unanime dei tredici Stati Uniti d’America, riuniti in Congresso, fu scritta da Thomas Jefferson e firmata il 4 luglio 1776 a Philadelpia.
Per la prima volta nella storia una colonia rivendicava con un gesto solenne la propria indipendenza.

"Quando nel corso degli umani eventi si rende necessario a un popolo sciogliere i vincoli politici che lo avevano legato a un altro e assumere tra le altre potenze della Terra quel posto distinto ed eguale cui ha diritto per Legge naturale e divina, un giusto rispetto per le opinioni dell’umanità richiede che esso renda note le cause che lo costringono a tale secessione.”

“Noi riteniamo [……] che tutti gli uomini sono stati creati uguali, che essi sono stati dotati dal loro Creatore di alcuni Diritti inalienabili, che fra questi vi sono la Vita, la Libertà e la ricerca della Felicità. Che allo scopo di garantire questi diritti sono stati creati tra gli uomini i governi”.

La nascita degli Stati Uniti, il primo stato federalista



autori: Sathe Molla e Adis Lutisoski

Si combatte una guerra tra l’esercito di re Giorgio III e l’esercito delle colonie, unite dal desiderio di
diventare indipendenti.
Il 4 luglio 1776 il Congresso Continentale emana la Dichiarazione d’Indipendenza con la quale le colonie s’impegnano a respingere l’Inghilterra. Ad addestrare militarmente i coloni arriva George Washington, che riorganizza le strategie di battaglia. Nel 1781gli inglesi vennero sconfitti a Yorktown, in Virginia.
Le colonie conquistarono la libertà e la Pace di Parigi (1783) sancì l’indipendenza e la sovranità degli Stati Uniti d’America.
Ogni colonia Americana aveva una storia a sé, ma tutte avevano capito che la forza era nata dall’unione con le altre colonie.
Così alla Convenzione di Philadelphia dell’1787 si lavorò alla prima Costituzione federale della storia.
Ogni stato avrebbe difeso i propri interessi nel senato del governo Federale, competente in materia di tassazione, politica estera e commercio.


Il Boston Tea Party

autori: Adis Lutisoski e Sathe Molla

Nel 1773 l’Inghilterra affidò il commercio del tè alla Compagnia delle Indie che lo facevo pagare moltissimo ai coloni del Nord-America. Fu così, che per protesta, il 16 dicembre 1773 alcuni coloni travestiti da pellerossa assalirono 3 navi delle Compagnie delle Indie e gettarono il té in mare.
La madrepatria chiuse il porto di Boston e mandò nelle colonie dei presidi militari. Nel settembre 1774 ci fu il primo Congresso Continentale a cui parteciparono 12 colonie, a Philadelphia.
In quella sede si decise interrompere gli scambi commerciali con la Gran Bretagna.
Giorgio III, re d’ Inghilterra, inviò nuove truppe in America per reprimere la rivolta.

mercoledì 23 marzo 2011

Il rapporto tra Inghilterra e colonie dell’America del Nord

autore:Hodzic Edin

L’economia diversificata delle colonie inglesi in Nord America era frenata dalle imposizioni della Gran Bretagna: le colonie dovevano pagare tasse alla madrepatria e commerciare solo con essa.
I coloni, consapevoli della loro forza economica, stavano diventando sempre più insofferenti nei confronti della Gran Bretagna.
Fu così che John Adams, Thomas Jefferson e altri coloni chiesero al re e al parlamento inglese gli stessi diritti dei cittadini in madrepatria e di decidere autonomamente i tributi da imporre agli Americani.

La ripresa della Russia nel Settecento

autore: Hodzic Edin

Il primo segno di ripresa della Russia lo si ebbe sotto lo zar Pietro I il Grande.
Vincendo la guerra del Nord (1700-1721) conquistò diversi territori, affacciati sul Mar Baltico e la zona di San Pietroburgo, che divenne capitale nel 1712.
L’opera di Pietro fu continuata da Caterina II, che cominciò ad espandersi verso l’Est Europa, scontrandosi con i Turchi.
Il suo intento era quello di annientare l’impero Ottomano, spartendoselo con le altre potenze, così come era successo per la Polonia.
Ma Caterina riuscì a conquistare solo la Crimea.

L’espansione coloniale inglese nel XVIII secolo

autore :Hodzioc Edin

Se i primi possedimenti britannici del Seicento erano stati il frutto di moti spontanei della società inglese, con il XVIII secolo, il flusso delle espansioni divenne una strategia politica del governo inglese.
Questa politica aggressiva si scontrò prima di tutto con i francesi, che però vennero sconfitti e persero gran parte del Canada.
Nel frattempo, in seguito alle esplorazioni dell’Australia ad opera del capitano James Cook , il governo britannico decise di istituire sull’isola delle colonie penali, deportandovi numerosi criminali.
La politica espansionistica inglese allarmò anche la Spagna che dichiarò guerra alla Gran Bretagna nel 1762.
Gli spagnoli in soli quaranta giorni persero l’Avana , nell’isola di Cuba e, alcuni mesi dopo, Manila nelle Filippine.
Le pesanti sconfitte subite costrinsero la Spagna alla resa.

giovedì 10 marzo 2011

La Guerra dei 7 anni (1756-1763)

autore: Adis Lutisoski

Maria Teresa stipula un’alleanza con Russia, Svezia, Polonia, Francia e Baviera, con lo scopo di distruggere la Prussia.
Federico II di Prussia ottiene l’ aiuto della Gran Bretagna (per mantenere il controllo sul Baltico) per invadere la Sassonia.
Francesi e Austriaci furono sconfitti da Federico II mentre tentavano di invadere la Prussia.
Nel 1750 la Prussia fu invasa da sei eserciti (quelli dell’alleanza meno la Svezia, più la Sassonia); Federico II abbandonò Berlino ai nemici.
Napoli, Parma e Spagna si alleano con la Francia e l’Austria (Patto di Famiglia perchè sono tutti della famiglia di Borbone ).
La Gran Bretagna offre una pace ai Francesi, che forti di quest’ultima alleanza, rifiutarono; la guerra ai spostò in mare dove l’ Inghilterra vinse.
Berlino fu riconquistata da Federico II. Gli Angloprussiani firmano una pace con la Russia, dividendo e indebolendo gli avversari.
Nel 1763 fu firmata la Pace di Parigi con la quale si sancisce che la Prussia avrebbe riavuto tutti i suoi territori; Francia e Spagna avrebbero ceduto alcune colonie alla Gran Bretagna .

giovedì 24 febbraio 2011

La guerra di successione Austriaca

autrice: Sathe Molla

Alla morte di Carlo VI D’Asburgo (1740) gli succede al trono la figlia Maria Teresa, andando contro la legge salica. Questa decisione non piacque agli Stati Europei. Nel 1741 scoppiò una guerra tra Prussia, Francia e Spagna contro Gran Bretagna, Province Unite, Austria e Savoia. La guerra finì nel 1748 senza grandi cambiamenti.

mercoledì 23 febbraio 2011

La divisione della Polonia


autori: Ponticelli Alessandro e Xausa Arianna

Nel 1732 Russia, Prussia e Austria firmarono un’alleanza segreta contro la Polonia per mantenerla in uno stato di dipendenza politica: il patto delle tre aquile nere.
Al momento di decidere chi avrebbe dovuto essere il re di Polonia dopo Augusto II, la Francia impose il suo dominio. A quel punto lo Zar russo Pietro I Romanov impose il duca di Sassonia Augusto III, sovrano tedesco alle dipendenze della Russia.
Tra il 1772 e il 1795 le tre aquile si spartiscono la Polonia.

La guerra di successione spagnola

                        Autori : Rossetti Kevin e Bonato Giada 

Alla morte del sovrano di Spagna Carlo II, viene proclamato re di Spagna il duca Filippo D’Angiò, nipote di Luigi XIV, il quale assume il nome di Filippo V di Borbone. Le potenze europee si spaventano: l’ unione di Spagna e Francia avrebbe dato vita a un regno troppo forte rispetto alle altre monarchie. Fu così che Gran Bretagna, Province Unite e Austria si coalizzarono contro i Francesi. La guerra di successione spagnola finì con la pace di Utrecht (1713). La Francia dovette accettare la divisione delle due corone; la Spagna perse diversi territori, perdendo addirittura il controllo di Gibilterra che diventò inglese.                                                                                             

Voltaire: Candido ovvero l'ottimismo


consigliato da Benatelli Lisa e Pierro Nicola 

François Marie Arouet, più noto come Voltaire è stato un filosofo, scrittore, drammaturgo e poeta francese.
Nel 1713 lavorò come segretario all’Ambasciata francese all’Aia, poi tornò a Parigi per effettuare il praticantato presso un notaio, onde seguire le orme paterne: in realtà egli desiderava sottrarsi all’ influenza dei genitori.
Cominciò a scrivere articoli  e versi duri verso le autorità costituite. I suoi scritti  trovarono successo nei salotti nobiliari : nel 1716 ciò gli costò l’esilio a Tulle e Sully sur Loire.
 Una delle sue opere più famose è “Candido ovvero l’ottimismo”(1758). Le rocambolesche disavventure del “semplice” Candido dimostrano la vanità dell’ottimismo razionalista, che vedeva realizzato nell’universo il migliore dei mondi possibili…in realtà è una straordinaria lezione di sopravvivenza alle catastrofi della natura e della storia.

“Bisogna coltivare il nostro giardino”

martedì 22 febbraio 2011

La condanna dell'Enciclopedia

autori: Teso Giulia e Gabbatel Alessandro

L’enciclopedia o dizionario ragionato delle scienze delle arti e dei mestieri è una gigantesca opera scritta in 28 volumi contenenti settantaduemila articoli pubblicata dal 1751 al 1772. L’opera fu affidata a Diderot e D’Alembert ed anche ad altri illuministi come Rousseau e Voltaire. Inizialmente l’enciclopedia ricevette il consenso dell’autorità, ma nel 1759 Papa Clemente XII e Luigi XIV pronunciarono una condanna contro quest’opera. Alla fine grazie a Madame de Pompadour la pubblicazione fu portata a termine.

Denis Diderot: l'anima dell'Enciclopedia

 

autori: Teso Giulia e Gabbatel Alessandro


Denis Diderot nasce il 5 ottobre del 1713 a Langres, da una famiglia borghese benestante. Dopo aver studiato presso il collegio gesuita si trasferisce a Parigi, per iscriversi all’università, da cui esce con il titolo di “maestro d’arte” nel 1732. Pur non avendo un preciso indirizzo di carriera si adatta a diversi lavori, come lo scrivano pubblico, frequentando altri suoi coetanei bohemien nei café, dove circolano le idee illuministiche e libertine. Studia greco, latino, medicina e musica, guadagnandosi da vivere come traduttore.
Infatti nel 1745 traduce il “saggio sulla virtù” in onore di Shaftersbury, dell quale ammira le idee di tolleranza e di libertà. Scrive altri saggi come: i pensieri filosofici, scritti (1746), l’interpretazione della natura (1753). Viene incarcerato a Vincennes per alcuni dei suoi scritti giudicati sovversivi così passa cinque mesi di prigionia. Nel 1773 si reca a Pietroburgo dove mostra all’imperatrice Caterina II i suoi progetti di riforma sulla società e sull’ istruzione.

Il Secolo dei Lumi: l’Illuminismo

autore: Sathe Molla

L’Illuminismo voleva allontanare l’umanità dall’ignoranza, dal pregiudizio e dal dispotismo attraverso i libri, giornali, vari scritti e discorsi.
Questo movimento filosofico culturale sosteneva la priorità della ragione dell’uomo. Gli illuministi erano a  favore della libertà degli uomini, che sono tutti uguali poiché dotati della stessa ragione,e quindi erano contrari all’assolutismo.
Considerando che solo la conoscenza poteva far fare passi avanti all’uomo e alla società si cominciò a lavorare alla “Enciclopedia, o dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri”. A quest’opera collaborarono diversi intellettuali, tra i quali Denis Diderot, D'Alembert, Voltaire e Rousseau.

Liberismo: il pensiero economico moderno di Adam Smith

autore: Sathe Molla

"Se tutti fanno i propri interessi aumenterà in qualche misura la ricchezza e tutti ne godranno, sebbene in maniera diversa: chi investe guadagnerà di più del povero, ma tuttavia anche quest’ultimo avrà dei benefici". 
Adam Smith è contrario all’intervento dello stato nelle questioni relative all’economia.

Il Settecento: scienza e privatizzazione

autore: Sathe Molla

Il Settecento è un secolo di grandi scoperte scientifiche, prima fra tutte la scoperta dell’elettricità.
Thomas Newcomen e James Watt inventarono le prime macchine a vapore che permisero lo sviluppo delle ferrovie e la nascita dell’ industria moderna.
Le prime attività ad imboccare la strada della meccanizzazione furono quelle tessili in Inghilterra .
Nel 1764 un falegname –tessile James Heargraves inventò un congegno che permetteva a un solo operaio di controllare contemporaneamente 7 filatoi.
Nello stesso periodo Edward Jenner scoprì il vaccino del vaiolo.
Le migliori condizioni di vita portarono un crescita demografica, per questo vennero eliminate le terre comuni, date ai privati che le coltivano per sostenere la maggiore domanda di cibo.

giovedì 17 febbraio 2011

I Nativi Americani

 

autori: Lisa Sarto e Alvise Bottan


I Nativi Americani venivano dalla Mongolia: grazie a una glaciazione dello stretto di Bering raggiunsero a piedi l’Alaska.
Erano divisi in tribù:
-Algonchini che vivevano in Alaska e in Canada ed erano cacciatori nomadi
-Sioux vivevano di raccolta e caccia ai bisonti nelle grandi pianure interne
-Irochesi si dedicavano all’agricoltura e all’artigianato, popolavano le terre attorno ai grandi laghi e una parte della costa ovest.
Nelle tribù il governo spettava a un capo e a un consiglio degli anziani
Alle donne spettavano compiti importanti come eleggere il capo,stabilire i matrimoni e amministrare le terre.
Gli indiani erano animisti anche se molti credevano in un  essere supremo (Manitù) e davano grande importanza ai medici-stregoni (sciamani).

Le colonie francesi in America del Nord



Autori: Santon Alex, Valente Chiara

I Francesi, meno esperti nella navigazione rispetto agli Olandesi e agli Inglesi, riuscirono ad occupare solo una parte dell’odierno Canada: il Quebec.
Gli abitanti erano per lo più pescatori e cacciatori di animali da pelliccia.
Inoltre scoprirono la zona alla foce del Mississipi a cui diedero il nome di Louisiana in onore di Luigi XIV.

I Padri Pellegrini della Mayflower


autori: Biancon Francesco e Sangion Federica

Nel 1620, 102 pellegrini puritani, i Pilgrim Fathers, giunsero in America a bordo di una nave, la Mayflower. Erano Olandesi e Inglesi. Giunti in America fondarono i primi nuclei della nuova Inghilterra, la città di Plymouth e Salem nell’attuale Massachusetts.
A bordo della Mayflower i padri pellegrini avevano firmato un accordo, il Mayflower Compact, che stabiliva le leggi della comunità, basate sulla semplicità dei costumi e su severe regole di comportamento: i Puritani non sopportavano il lusso, i balli, i giochi; preferivano essere frugali e laboriosi.
La loro società dava una grande importanza alla religione e all’istruzione; rifiutava invece ogni gerarchia religiosa e ogni ingerenza delle autorità civili sulla chiesa. Tuttavia, talvolta il grande rigore si trasformò in fanatismo: ne fecero le spese soprattutto le donne molte delle quali vennero accusate di stregoneria.

Le colonie inglesi in America del Nord


autori: Eva Brasolin, Sadija Mustafoska, Alessia Benatelli e Baso Francesco 

Gli Inglesi decidono di colonizzare il Nord America; dal momento che il Sud America è occupato da Spagnoli e Portoghesi.
Sulla cosa orientale vengono fondate le prime 13 colonie inglesi. Nelle colonie più meridionali furono create grandi piantioni di tabacco e cotone. La maggior parte della manodopera di queste piantagioni era costituita da schiavi africani.
A causa dell’aumento demografico, i coloni inglesi si spostano poi verso Ovest (WEST).
In questo spostamento si trovano a scontrarsi con gli indigeni chiamati “ pellerossa”, perché si cospargevano di ocra rossa per difendersi dagli insetti. I pellerossa vennero sterminati.

giovedì 10 febbraio 2011

Nascono le Compagnie delle Indie

autore: Adis Lutisoski

Nel Seicento nascono delle compagnie di mercanti inglesi, olandesi e francesi, alle quali venivano accordati monopoli.
La compagnia delle Indie Orientali aveva il monopolio in Asia della spezie e dei tessuti.
La compagnia delle Indie Occidentali si era stabilita in America del Sud.