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venerdì 24 aprile 2015

Gli anni del centrismo e le scelte internazionali


In un clima di forte contrapposizione politica si tennero le elezioni il 18 aprile 1948, con cui si chiuse definitivamente l'esperienza dell'unità delle forze politiche antifasciste realizzatasi durante la Resistenza. Il responso delle elezioni per il primo Parlamento repubblicano sancì la vittoria della Democrazia cristiana (che godeva dell'appoggio politico della Chiesa cattolica e il supporto economico degli Stati Uniti) sul Fronte popolare dei comunisti e dei socialisti, appoggiati invece dall'URSS.
I governi di coalizione (DC, Partito liberare, repubblicano, socialdemocratrico) che si succedettero nel corso degli anni Cinquanta accentuarono la svolta atlantica ed europeista dell'Italia:
- l'Italia sottoscrisse il Patto atlantico ed entrò a far parte della NATO (alleanza militare fra Stati Uniti e i paesi dell'Europa occidentale in funzione antisovietica); 
- il nostro paese fu uno degli Stati fondatori della CEE; infatti, nel marzo 1957, con il Trattato di Roma i rappresentanti di Francia, Italia, Germania federale, Belgio, Olanda e Lussemburgo decisero  l'istituzione di una Comunità economica europea (CEE), con lo scopo di creare un Mercato comune europeo; i suoi organi principali erano la Commissione, il Consiglio dei ministri, La Corte di giustizia e il Parlamento europeo. 
Nel marzo 1953 il governo centrista cercò di modificare i meccanismi elettorali in senso maggioritario, assegnando il 65% dei seggi alla Camera al gruppo di partiti alleati che avessero ottenuto la maggioranza assoluta dei voti; questa legge elettorale fu soprannominata legge truffa dalle sinistre che la avversarono fortemente. Nelle elezioni del giugno 1953, la coalizione di governo pur ottenendo la maggioranza relativa dei voti non raggiunse quella assoluta, cosicché non scattò il meccanismo premiale. Cominciò così una lunga fase di transizione e di nuovi equilibri politici.

martedì 21 aprile 2015

La questione istituzionale e l'Assemblea Costituente


Al termine del conflitto si ripropose la questione istituzionale: la monarchia appariva a molti troppo compromessa con il regime fascista. Il 2 giugno 1946 si tenne il referendum popolare per la forma istituzionale dello Stato; alle elezione, a suffragio universale anche femminile, vinse la repubblica.
L'11 giugno fu proclamata la Repubblica Italiana che ebbe come primo capo provvisorio dello Stato Enrico de Nicola.
Nella stessa data del 2 giugno si ebbe anche l'elezione dell'Assemblea Costituente che doveva elaborare una nuova Costituzione in luogo dello Statuto albertino (la nuova carta costituzionale entrò in vigore il I gennaio 1948).
Le prime libere elezioni sancirono l'affermazione dei partiti di massa: la Democrazia cristiana (guidata da De Gasperi), il Partito comunista (Togliatti) e il Partito socialista (Nenni), mentre risultarono ridimensionati altri partiti (come il Partito d'azione) che pure avevano dato un contributo decisivo alla Resistenza.
Dopo le elezioni del 1946, democristiani, socialisti e comunisti (pur continuando a governare assieme) accentuarono i motivi di contrasti; mentre si faceva più netta la distinzione del mondo in due blocchi (guerra fredda), la Dc tendeva ad assumere il ruolo di garante dell'ordine sociale e della collocazione del paese nel campo occidentale, mentre i comunisti si ponevano alla testa delle lotte operaie e contadine e si schieravano con Urss.
All'interno del partito socialista si delinearono invece due schieramenti contrapposti: quello di Nenni, che voleva mantenere nel partito i caratteri classisti e rivoluzionari, e quello di Giuseppe Saragat che voleva allentare i legami col Pci.

La situazione all'indomani della guerra


Nel febbraio del 1945 si tenne un'importante Conferenza a Yalta (tra Churchill, Stalin e Roosvelt) in cui fu deciso che la Germania sarebbe stata divisa in zone d'occupazione, che Berlino sarebbe stata spartita tra i vincitori e che l'Europa sarebbe stata divisa in due zone d'influenza:
-l'Europa occidentale (in cui rientrava anche l'Italia), sotto l'influenza americana;
-l'Europa orientale sotto l'influenza russa.
Nel 1946 ebbe inizio a Parigi la conferenza di pace cui l'Italia partecipava con uno status ambiguo, poiché fino al 1943 era stata una dei principali alleati della Germania nazista. L'Italia dovette pagare riparazioni agli Stati che aveva attaccato e rinunciare alle sue colonie, già perse in guerra. I problemi maggiori si presentarono sul confine orientale, in cui gli jugoslavi avevano occupato parte della Venezia Giulia e Trieste: tale situazione fu risolta solo nell'ottobre 1954 con una spartizione di fatto che lasciava alla Jugoslavia l'Istria, mentre Trieste ritornava ad essere italiana.

lunedì 20 aprile 2015

La liberazione (25 aprile 1945)


Nella primavera del 1945 le truppe alleate sotto il comando del generale britannico Alexander ripresero l'offensiva e conclusero rapidamente le operazioni in Italia dopo aver travolto la linea gotica. Le forze della Resistenza prepararono il terreno con scioperi e insurrezioni mentre le formazioni partigiane insorsero liberando le principali città del Nord prima del'arrivo degli alleati . Il 25 aprile 1945 il Comitato di Liberazione Nazionale dell'Alta Italia, presieduto da Ferruccio Parri, assunse i poteri civili e militari. Mussolini catturato a Dongo dai partigiani mentre scappava in Svizzera, fu fucilato e il suo corpo esposto a Piazzale Loreto (a Milano).
A Berlino assediata dalle truppe sovietiche, il 30 aprile 1945 Hitler si suicidò. Pochi giorni dopo la Germania si arrese. Solo il Giappone continuava la guerra ma il lancio di due bombe atomiche da parte degli americani (Hiroshima e Nagasaki) convinse anche i giapponesi a chiedere la resa.
Con la fine della guerra, il mondo ebbe conoscenza dello sterminio degli ebrei: a partire dal 1942 i nazisti avevano messo in atto la cosiddetta soluzione finale del problema ebraico e deportato nei campi di concentramento (i lager) uomini, donne e bambini di razza ebraica allo scopo di annientarli.

La Resistenza


Nel Regno del Sud, i Comitati di liberazione nazionale decisero di accantonare momentaneamente la loro opposizione al re (giudicato complice del regime fascista) e rivolsero un appello all'unità di tutte le forze disponibili per la conduzione della guerra contro i nazifascisti. Si costituì il primo governo di unità nazionale.
Nelle regioni settentrionali le organizzazioni partigiane si irrobustirono e impegnarono a fondo le truppe tedesche sostenute dai reparti della Repubblica di Salò, mentre nelle città e nelle campagne si susseguirono manifestazioni, scioperi e agitazioni che offrirono un importante appoggio alla lotta armata. Particolarmente attive nella lotta partigiana furono le formazioni comuniste (Brigata Garibaldi) e del Partito d'Azione (Giustizia e libertà); in Piemonte operarono anche formazioni badogliane e, nel Veneto, democristiane.
Fino a maggio 1944, il fronte rimase fermo sulla linea di Cassino (il fronte italiano era considerato un fronte secondario e gli Alleati non volevano sacrificarvi troppi soldati).
Dopo lo sbarco di Anzio e la liberazione di Roma (giugno 1944) il fronte si attestò sull'Appennino tosco-emiliano (linea gotico).
Il 6 giugno 1944, intanto, gli Alleati aprirono un nuovo fronte sbarcando in Normandia e liberando Parigi (agosto 1944)