Autori: Zambusi Irene, Piasentin Martina, Soncin Camilla
Nel Seicento la popolazione dell’Italia settentrionale fu decimata dalla peste.
Lo scopo delle città non ancora contagiate dal morbo era quello di non far entrare ebrei, vagabondi e zingari, poichè in quanto erranti venivano accusati di diffondere la malattia. Però la peste raggiunse comunque queste città.
Le persone sospettate di averla propagata morirono in modo atroce. I contagiati venivano assistiti da medici e barbieri-chirurghi, ma erano proprio questi che trasmettevano la peste: i barbieri facevano salassi, tagliando le vene delle persone contagiate, poi però non pulivano adeguatamente gli strumenti utilizzati, così facendo espandevano il morbo.
I cadaveri venivano cosparsi da calce viva, dopo esser stati gettati in fosse comuni.
Le attività pubbliche vennero sospese tranne le processioni per chiedere aiuto alla Madonna.
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