"Il visconte dimezzato", di Italo Calvino (Oscar Mondadori, pp.91, Euro 7,40)
Il visconte Medardo di Terralba si arruola nell’esercito cristiano per combattere in Boemia contro i Turchi, accompagnato dal fedele scudiero Curzio. Inesperto della guerra, due giorni dopo, nel campo,dove ferve la battaglia, si mette davanti alla bocca di un cannone con la spada sguainata, pensando di intimorire i Turchi, ma viene colpito in pieno e diviso in due.Sul carro che trasporta i feriti viene messa la parte destra del visconte che, portata in ospedale, curata e guarita, viene dimessa perché torni a casa.Così la metà sopravvissuta del visconte torna a Terralba, ma, poiché a salvarsi è stata la parte malvagia, nelle sue terre si instaura un clima di terrore. Muore il padre ed egli diventa padrone di tutti i possedimenti e, con ferocia inaudita, uccide o mutila decine di persone e dimezza tutto ciò che trova sulla sua strada. Manda la sua balia a Pratofungo, il paese dei lebbrosi e tenta di uccidere il nipote (il narratore), figlio illegittimo di sua sorella. Da mastro Pietrochiodo fa costruire macchine moderne per uccidere i cittadini che non fanno ciò che lui vuole e terrorizza gli Ugonotti.Questi erano scappati dalla Francia dove il re faceva tagliare a pezzi tutti quelli che seguivano la loro religione. Nella traversata delle montagne avevano perduto i loro libri e i loro oggetti sacri, e ora non avevano più né Bibbia da leggere, né messa da dire, né inni da cantare, né preghiere da recitare. Si erano messi a coltivare le dure terre di Col Gerbido, e si sfiancavano a lavorare, maschi e femmine da prima dell’alba a dopo il tramonto, nella speranza che la Grazia li illuminasse. Ricordando confusamente le dispute della loro chiesa, si astenevano dal nominare Dio e ogni altra espressione religiosa, per paura di parlarne in modo sacrilego.
Ma un giorno a Terralba ritorna la parte sinistra del Visconte, quella buona, sopravvissuta grazie alle cure di un eremita: nel paese scoppia il caos...l'antidoto di tutto sarà L'AMORE!
"Ma già le navi stavano scomparendo all'orizzonte e io rimasi qui, in questo mondo pieno di responsabilità e di fuochi fatui." (1951)
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