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domenica 29 marzo 2015
La caduta del fascismo e l'armistizio (8 settembre 1943)
Nel 1943 gli alleati ottennero grandi successi: sul fronte russo rioccuparono gran parte dei territori perduti; sul fronte africano costrinsero alla resa l'esercito italo-tedesco. Il 10 luglio 1943 gli anglo-americani sbarcarono in Sicilia e la liberarono in poche settimane. Il 25 luglio in Gran Consiglio del Fascismo mise in minoranza Mussolini e chiese che fossero restituiti i poteri al sovrano come dichiarato esplicitamente dallo Statuto Albertino. Il giorno successivo il re fece arrestare Mussolini ed affidò al maresciallo Badoglio il compito di riorganizzare l'esercito. Il Partito Fascista fu sciolto e molti gerarchi furono arrestati; nel paese si diffuse la speranza che l'Italia stesse per firmare la resa. Badoglio tuttavia pur prendendo contatti in segreto con gli anglo-americani, dichiarò che l'Italia avrebbe combattuto ancora a fianco dei Tedeschi. Per quarantacinque giorni il governo si mosse in bilico tra la conferma dell'alleanza con i tedeschi, che continuavano a fare affluire truppe nelle penisola, e la conduzione di trattative segrete con gli Alleati. L'8 settembre fu reso noto l'armistizio con gli anglo-americani firmato il 3 settembre; il re e il governo fuggirono Brindisi (città occupata dagli inglesi) e lasciarono senza direttive precise l'esercito italiano che si sbandò (centinaia di migliaia di soldati italiani furono fatti prigionieri e portati ai campi di concentramento tedeschi). IL 13 settembre Badoglio dichiarò guerra alla Germania che, nel frattempo, aveva occupato il Centro e il Nord dell'Italia.
L'Italia era ora divisa in due: il Sud era occupato dagli Alleati, mentre il Nord era sotto l'occupazione tedesca. Mussolini, liberato dai tedeschi, costituì nel Nord uno stato-fantoccio, La Repubblica Sociale Italiana (repubblica di Salò). Nell'Italia occupata iniziarono ad operare i primi nuclei di partigiani, organizzati dai Comitati di liberazione nazionale composti dai partite antifascisti: comunisti, socialisti, democristiani, partito d'azione, liberale, democratico del lavoro.
Sconfitte dell'Asse: El-Alamein e Stalingrado
Sul fronte africano, le truppe italo-tedesche dopo aver riconquistato la Cirenaica e essere penetrate in Egitto, furono fermate a El-Alamein. Nel novembre 1942, gli angloamericani sbarcarono in Marocco e Algeria, capovolgendo il rapporto di forze.
Sul fronte russo, i tedeschi furono fermati alle porte di Stalingrado: qui, dopo un lungo assedio, l'esercito russo riuscì a riportare una decisiva vittoria e iniziò un'offensiva che terminerà solo nella primavera del 1945 a Berlino con la sconfitta della Germania.
Anche il corpo d'armata italiano in Russia (ARMIR) fu coinvolto nella disastrosa ritirata di Russia.
L'attacco del Giappone agli USA
Il 7 dicembre il Giappone attaccò la flotta americana a Pearl Harbour; Stati Uniti e Inghilterra dichiararono guerra al Giappone che riportò strepitosi successi iniziali (occupazione delle Filippine, di Singapore, della Malesia).
La guerra in Africa, nei Balcani e in Russia
Anche in Africa l'Italia dovette subire l'iniziativa militare inglese che occupò le colonie dell'Africa orientale. In Libia, dopo una serie di sconfitte, intervenne a sostegno delle truppe italiane un corpo d'armata tedesco guidato da Rommel. Anche sul fronte balcanico, solo l'arrivo dei tedeschi permise l'occupazione della Grecia e della Jugoslavia.
Nel giugno del 1941 Hitler diede il via al piano Barbarossa e attaccò la Russia; anche l'Italia partecipò inviando un contingente armato. L'esercito russo, dopo le prime sconfitte riuscì a riorganizzarsi e a resistere.
sabato 28 marzo 2015
10 giugno 1940: l'entrata in guerra dell'Italia
Subito dopo aver occupato la Polonia, nell'aprile 1940 Hitler occupò Danimarca, Norvegia, Olanda, Lussemburgo e Belgio e da qui aggirò la linea difensiva francese Maginot; dopo una serie di rovinose sconfitte, l'esercito francese fu annientato. Mussolini convinto che la fine della guerra fosse imminente, nonostante l'impreparazione militare il 10 giugno 1940 decise di entrare in guerra contro la Francia e l'Inghilterra per partecipare da vincitore alle trattative di pace. La Francia il 24 giugno si arrese: la parte settentrionale della Francia divenne zona di occupazione tedesca, mentre nella zona meridionale si costituì un governo collaborazionista con sede a Vichy.
Gli inglesi erano rimasti da soli a sostenere la guerra contro la Germania e l'Italia. Il 27 settembre del 1940 Germania, Italia e Giappone stipularono il Patto tripartito, un patto di reciproco appoggio in seguito fu firmato anche da Ungheria e Romania.
Il 28 ottobre Mussolini decise di muovere guerra alla Grecia, ma l'impresa militare fu un fallimento: i Greci contrattaccarono e si spinsero fino in territorio albanese.
venerdì 27 marzo 2015
Le tappe della politica di aggressione della Germania nazista
1936: Hitler occupa la Renania e denuncia gli accordi sul disarmo. Firma l'Asse Roma-Berlino
1938: Annessione dell'Austria alla Germania. Rivendicazioni tedesche sulla Cecoslovacchia. Conferenza di Monaco tra Hitler e le democrazie occidentali, le quali sperano di aver placato la Germania con la cessione dei Sudeti.
1939: In marzo Hitler occupa la Boemia e la Moravia , dando vita ad un Protettorato incluso nel Reich. La Slovacchia si proclama indipendente sotto tutela tedesca. Hitler rivendica il possesso di Danzica e il "corridoio di Danzica" (la striscia di territorio che il trattato di Versailles aveva assegnato come sbocco sul Baltico alla Polonia e che divideva la Prussia orientale dal resto della Germania)
Nell'aprile 1939 l'Italia occupa il Regno di Albania. In maggio, firma del Patto d'acciaio (alleanza militare) tra Italia e Germania.
In agosto, i ministri degli Esteri di Germania e Urss firmano un patto di non aggressione fra i due paesi. L'Urss ottiene, tramite un patto segreto, un riconoscimento delle sue mire sugli Stati baltici, sulla Romania e sulla Polonia, di cui si prevedeva la spartizione.
In settembre i tedeschi invadono la Polonia.
Le cause della Seconda Guerra Mondiale
Il I settembre 1939, le truppe tedesche invasero la Polonia. Due giorni dopo Gran Bretagna e Francia dichiararono guerra alla Germania: ebbe inizio in tal modo la Seconda Guerra Mondiale.
Le principali cause che portarono allo scoppio del conflitto possono essere così riassunte:
- la politica di espansione della Germania nazista, decisa a riconquistare una posizione di predominio dopo le umiliazioni subite con il trattato di Versailles;
- la debolezza con cui le democrazie occidentali affrontarono Hitler; pur di evitare un conflitto, Francia e Inghilterra accettarono in modo passivo l'espansione territoriale e il riarmo della Germania nazista;
- l'incapacità della Società delle nazioni di affrontare le grandi crisi internazionali;
- le spinte nazionaliste e imperialiste dell'Italia fascista;
- nel Pacifico , la politica imperialista del Giappone.
Al momento dello scoppio della guerra, la situazione delle alleanze era la seguente:
- nell'aprile 1939 Regno Unito, Francia e Polonia avevano stipulato un'alleanza militare formale contro le mire espansionistiche naziste;
-la Germania era unita all'Italia da un'alleanza già dal 1936; il 22 maggio 1939 , le due nazioni stipularono il Patto d'Acciaio, con cui veniva sancita l'alleanza politica e militare. Il testo dell'accordo impegnava i contraenti a intervenire automaticamente in un conflitto che vedesse coinvolto l'alleato;
- la Germania aveva inoltre stipulato (agosto 1939) un patto di non aggressione con l'URSS (patto Molotov- Von Ribbentrop).
In appena tre settimane , le truppe naziste ebbero la meglio sulla Polonia (che nel frattempo veniva anche attaccata alle spalle dall'URSS di Stalin).
Nonostante avesse firmato il Patto d'acciaio, l'Italia proclamò la non-belligeranza, dichiarando all'alleato nazista di essere militarmente impreparata.
La Guerra civile spagnola
Nel 1936 le elezioni spagnole furono vinte dal Fronte popolare che si accingeva a governare la repubblica democratica, quando i militari ed il partito della Falange (di stampo fascista) capeggiati da Francisco Franco si ribellarono ed entrarono in rivolta scatenando una guerra civile nella quale intervennero Mussolini ed Hitler mentre Francia e Inghilterra preferirono mantenersi neutrali.
La guerra terminò nel 1939 con il trionfo della dittatura franchista in Spagna.
IL regime di Franco era reazionario. Nel 1940 fu creato il Sindicato Vertical con l'intento di azzerare la lotta di classe, in quanto raggruppava lavoratori e proprietari terrieri secondo le idee dello stato corporativo.
Altro elemento che classificava il franchismo come regime totalitario era il forte uso della censura che colpiva tutte le manifestazioni artistiche e culturali. Inoltre il franchismo era permeato di nazionalismo tanto che furono vietate tutte le manifestazioni della cultura regionali, prima fra tutte l'utilizzo delle lingue che non fossero il castigliano.
domenica 8 marzo 2015
Giappone e Cina
Il Giappone assunse con Italia e Germania una comune posizione internazionale.
Il Giappone del primo dopoguerra iniziò una fase di grande sviluppo industriale, contemporaneamente la regione cinese fu teatro di una rivoluzione nazionalista che riuscì a unificare il territorio e proclamare la repubblica. Il Giappone preoccupato di avere un vicino così grande e potenzialmente forte invase la Manciuria (1931).
La
Cina, infatti, aveva assunto un'importanza vitale per lo sviluppo del
capitalismo giapponese, come fornitrice di materie prime per
l'industria pesante e come principale mercato di esportazione.
Proprio contro le tendenze imperialistiche del capitalismo giapponese
e contro le fazioni militari che lo appoggiavano in Cina si rivolse
il vasto movimento nazionalista e democratico il Fronte di resistenza
antigiapponese. Il Guomindang di Chiang Kai-Shek smise la politica di
repressione del Partito comunista cinese e si concentrò sul
conflitto con il Giappone. Il Guomindang (o Kuomintang) era il
Partito nazionalista cinese costituito nel 1912.
L'ascesa e il consolidamento del nazismo
Il crollo dell'equilibrio creato dalla Repubblica di Weimar fu terreno fertile per l'ascesa di Adolf Hitler e del suo movimento politico: il nazismo.
Il
nazismo era rappresentato politicamente dal Partito
nazionalsocialista dei lavoratori, fondato nel 1920 dallo stesso
Hitler. L'ideologia nazionalsocialista si basava sull'idea nazista
della superiorità della razza tedesca (ariana) e su un radicale
nazionalismo, però guardava alle masse propugnando una riduzione
degli squilibri sociali. La caratteristica principale del nazismo,
che lo rende un tipico esempio di totalitarismo, è l'organizzazione
del movimento attorno alla figura del Fuhrer, il capo carismatico. Un
primo tentativo di rivoluzione nazista si ebbe con il putsch di
Monaco (1923), che fu facilmente sedato e dopo il quale il partito
decise di abbandonare la via rivoluzionaria, per tentare quella
parlamentare, tanto da vincere le elezioni nel 1932.
Divenuto
cancelliere, il 28 febbraio del 1933 Hitler approfittò dell'incendio
del Reichstag (il Parlamento), di cui accusò i comunisti, ed emanò
le prime leggi che soppressero le libertà civili e ogni forma di
opposizione politica. Una volta sciolto il Parlamento i nazisti
ebbero la maggioranza, ed il 23 marzo Hitler si faceva attribuire i
pieni poteri.
Il
26 aprile 1933 nacque la GESTAPO (polizia segreta), la quale insieme
alle SA (Sezioni d'Assalto), attuò una terribile repressione; il 14
luglio dello stesso anno il partito nazionalsocialista divenne
l'unico consentito. Il 30 giugno 1934 su ordine di Hitler , Himmler e
le SS massacrarono Rohm e i vertici delle SA, sospettati di
cospirazione ai danni del potere centrale (la notte dei lunghi
coltelli). Il 2 agosto 1934 Hitler si investì della carica di
presidente e primo ministro, consolidando definitivamente la
dittatura.
Il
regime nazista travalicò, poi, ogni bruttura possibile di qualsiasi
regime totalitario emanando, il 15 settembre 1935, le leggi di
Norimberga, che tolsero agli ebrei ogni diritto politico, proibendo
anche i matrimoni misti, al fine di tutelare la purezza della
popolazione di razza ariana; ma la persecuzione vera e propria
cominciò il 9 novembre 1938, quando, per vendicare l'uccisione,
avvenuta a Parigi, di un diplomatico tedesco, per mano di un
dissidente ebreo, furono distrutti negozi, case, sinagoghe, profanati
cimiteri, sterminate intere famiglie (la notte dei cristalli).
L'URSS
Dopo la rivoluzione e l'uscita dalla Prima guerra mondiale Lenin guidò la Russia verso la dittatura marxista del proletariato.
Per
affrontare la difficile situazione economica in cui versava la Russia
in quegli anni Lenin adottò il comunismo di guerra, cioè una
politica economica che comportava la suddivisione delle proprietà
terriere e la confisca dei surplus agricoli, che però fu molto
impopolare tra le masse (soprattutto contadine) tanto da ridurre
Lenin a cambiare rotta istituendo la Nuova Politica Economica (NEP)
con la quale lo Stato permetteva l'esistenza di un mercato limitato.
Vennero consentite piccole imprese private, la possibilità di
assumere manodopera e la possibilità per investitori esteri di
partecipare ad alcune attività economiche.
Alla
morte di Lenin, però, il potere finì nelle mani di Stalin che nel
1922 era stato eletto segretario generale del Pcus, una carica
organizzativa che permetteva di controllare l'intero apparato del
partito e, attraverso di esso, del governo. Quando Lenin si ammalò ,
Stalin formò un "triumvirato" con Zinov'ev e Kamenev per
contrastare Lev Trotzkij col quale era già entrato in contrasto.
Dopo la morte di Lenin il "triumvirato" tenne nascosto il
testamento del capo del partito in cui si suggeriva di rimuovere
Stalin dalla carica di segretario del Pcus. Nel 1924 Stalin formulò
la teoria del "socialismo di un paese solo" con la quale si
abbandonava l'internazionalismo e si alimentava il sentimento
nazionalista. Tra il 1925 e il 1927 sconfisse l'opposizione di
Trotzkij, cui si erano uniti Zinov'ev e Kamenev, espellendoli dal
partito.
Il
periodo stalinista fu caratterizzato da:
- l'industrializzazione forzata del paese;
- la collettivizzazione forzata delle campagne.
Dal
punto di vista delle libertà personali Stalin le ridusse al minimo e
di quel regime sono passate alla storia le grandi epurazioni con le
quali combattevano l'opposizione. Furono dati poteri sempre più
grandi alla polizia politica, facendo nascere, così un sistema
dittatoriale(stalinismo).
Nel
1927 Stalin abbandonò la NEP e passò all'economia pianificata dei
Piani Quinquennali, per avviare l'economia socialista a
un'industrializzazione accelerata.
venerdì 6 marzo 2015
La nascita di una nuova forma di Stato: il totalitarismo
Con il termine totalitarismo si indica la forma di governo diffusasi agli inizi del Novecento in concomitanza con l'avvento della società di massa e lo sviluppo della tecnica (elemento essenziale per esercitare il dominio assoluto sulle masse).
Nei regimi totalitari il singolo individuo esiste solo se si conforma all'ideologia del partito unico che è al potere e si identifica con lo Stato.
Può dirsi in sintesi che il totalitarismo si caratterizza per:
-ruolo dominate del partito unico (assenza di pluralismo);
-presenza di un'ideologia rigida che legittima il potere del partito unico;
-penetrazione ideologica della vita comune in tutta la popolazione attuata tramite delle organizzazioni collaterali e subordinate al partito (associazioni giovanili, sindacati...) che mobilitano continuamente le masse;
-élite di potere al vertice del partito ;
-uso del potere senza limiti prevedibili e sanzionabili.
L'elemento che distingue un totalitarismo dalla più ampia categoria dei regimi autoritari è la presenza di un'ideologia su cui il totalitarismo stesso si fonda e che è finalizzata a far presa sulla società civile in maniera pervasiva e totalizzante.
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