autori: Corazza Elia, De Osti Alberto
Durante il governo della Destra, crebbe in parlamento l'opposizione della Sinistra, guidata da Depretis.
Depretis, che governò dal 1876 al 1887, attuò un sistema di governo chiamato "trasformismo", mediante il quale chiedeva ai parlamentari i voti per approvare le leggi in cambio di favori. Questo sistema garantì la continuità del governo, ma aumentò la corruzione in parlamento. Durante il governo della Sinistra le industrie ottennero la protezione doganale, fu resa obbligatoria l'istruzione primaria e venne abolita la tassa sul macinato. In politica estera l'Italia stipulò la Triplice alleanza con la Germania e l'Austria; fu anche avviata una politica di espansione coloniale in Etiopia che però non ebbe successo.
Nel 1887 il governo fu assunto da Crispi che avviò una politica fortemente autoritaria: fu presidente del Consiglio, ma anche ministro degli Esteri e degli Interni. Represse con la forza gli scioperi e in Sicilia nel 1892-93 proclamò lo stato da assedio contro i "Fasci dei Lavoratori". Crispi rese illegali tutte le organizzazioni operaie. Fu ripresa la espansione coloniale in Etiopia che terminò con la sconfitta di Adua nel 1896, dopo la quale Crispi si dimise.
Gli ultimi anni dell' Ottocento furono segnati da una profonda crisi economica che causò frequenti agitazioni di piazza. Nel 1898 il capo di governo di Rudinì diede mano libera al generale Bava Beccaris che sparò sui manifestanti a Milano. Si temeva una svolta autoritaria ma le elezioni del 1900 portarono al governo un liberale moderato, Giuseppe Saracco. Nello stesso anno il Re Umberto I fu assassinato da un anarchico.
Nel 1903 divenne primo ministro il liberale Giolitti, che cercò di conciliare gli interessi della borghesia con quelli delle classi popolari. Evitò le repressioni violente degli scioperi e delle manifestazioni. Giolitti varò una serie di leggi a tutela dei lavoratori, collaborando con i socialisti riformisti che avevano abbandonato l'idea della rivoluzione.
Negli anni del governo Giolitti (1903-1914) l'economia Italiana ebbe un notevole sviluppo soprattutto nel Nord Italia. Il Mezzogiorno restava arretrato. Le misere condizioni di vita spinsero molti Italiani specialmente del Sud e del Veneto a emigrare. Sotto la spinta di un forte movimento nazionalista, Giolitti avviò la conquista della Libia, territorio dell'Impero Ottomano.
L'Italia ottenne dalla Turchia la Libia e il Dodecanneso con Rodi.