PER LA STAMPA
Per poter risparmiare inchiostro nell'eventuale stampa si suggerisce l'utilizzo del software BLOCCO NOTE / NOTE PAD, accessibile dal desktop del pc con la seguente procedura:
START
TUTTI I PROGRAMMI
ACCESSORI
BLOCCO NOTE / NOTE PAD.
Una volta aperto il documento, selezionare la porzione di testo del blog che si desidera copiare, copiare e incollare nel documento.

venerdì 7 gennaio 2011

La Gloriosa rivoluzione


Gli Inglesi, non felici di Giacomo II, chiamarono l'olandese Guglielmo III d'Orange per dargli il trono, insieme a Maria Stuart.
Guglielmo nel 1688 arrivò a Londra, senza spargimenti di sangue, mentre Giacomo II fuggiva in Francia. In pochi giorni si compì una vera rivoluzione, senza nessuna violenza, che per questo venne chiamata Gloriosa.
Il nuovo re, però, dovette firmare un contratto il "Bill of rights", con cui si impegnava a rispettare una serie di regole che limitavano il suo agire: per imporre nuove tasse, per andare in guerra, era obbligatorio avere il consenso del Parlamento, non ci poteva essere censura di stampa e si poteva mettere in prigione qualcuno solo dopo avergli fatto un processo regolare.
Il Bill of rights, inoltre, imponeva come unica religione dello stato quella anglicana.

Giacomo II

Nel 1685 salì sul trono d'Inghilterra Giacomo II: un re cattolico. Lui concesse la libertà religiosa con la Dichiarazione di Indulgenza.
Giacomo II inoltre sperava di guidare una monarchia assoluta come quella francese.
In realtà riuscì solo a provocare un forte malcontento e dure reazioni: il clero anglicano e gran parte della popolazione non vedeva di buon occhio i cattolici.

La restaurazione della monarchia in Inghilterra

Nel 1660 in Inghilterra viene eletto un nuovo parlamento che decide di restaurare la monarchia: sale al trono Carlo II Stuart. Quest'ultimo cerca di mettere pace nella società inglese e di limitare il potere economico, sui mari, dell'Olanda.
Nel 1664, a seguito di una guerra tra Inghilterra e Olanda, la colonia olandese di Nuova Amsterdam diventa inglese e viene ribattezzata col nome di New York.
Carlo II aveva intenzione di concedere la tolleranza religiosa ai suoi sudditi, ma non ci riesce, a causa del dissenso del parlamento. Puritani e Quaccheri vengono repressi e costretti ad emigrare, mentre i cattolici vengono espulsi dalla vita politica.

Luigi XIV: Re Sole


Alla morte di Luigi XIII, suo figlio Luigi XIV è ancora minorenne, quindi il governo viene retto dal primo ministro il cardinale Giulio Mazzarino che riesce a sanare le rivolte nate dall’instabilità del trono (fronde). Alla morte di Mazzarino  Luigi XIV decide di governare da solo (assolutismo), dal momento che a suo avviso questo potere gli è stato dato da Dio. Luigi chiama come suo unico aiutante Colbert, in qualità di direttore dell’amministrazione, per sanare  le finanze. Colbert troverà il modo di far pagare più tasse ai ricchi, imponendo prezzi superiori sui beni di lusso. Luigi XIV cerca di annullare le libertà religiose, revocando l’Editto di Nantes e facendo chiudere i templi calvinisti. Inoltre lui promette dei premi a chi si converte al cattolicesimo e impedisce di avere cariche pubbliche agli ugonotti. Luigi XIV tenta di fondare una chiesa gallicana che riconosce il Papa solo come figura di potere spirituale. Così facendo  lui avrebbe potuto scegliere i vescovi. Ma alla fine ci rinuncia per non trovarsi contro le potenze cattoliche.

L'Inghilterra dopo Elisabetta I


Dopo la morte di Elisabetta I, il trono va agli Stuart che uniscono Inghilterra, Irlanda e Scozia. Il loro intento era quello di creare una monarchia accentratrice come quella francese inoltre volevano far prevalere la chiesa anglicana ( anche nella Scozia puritana ) e limitare le libertà economiche con i monopoli. Il parlamento inglese si ricostituì e cominciò una guerra civile tra filoparlamentari e filomonarchici.
Vinse lo schieramento filoparlamentare guidato da Oliver Cromwell, che pur avendo proclamato la repubblica, instaurò una vera dittatura caratterizzata da una forte intransigenza religiosa e morale. Anglicani e cattolici vennero perseguitati, per questo nella cattolica Irlanda scoppiò una rivolta (1649): i ribelli furono massacrati dall’esercito inglese guidato da Cromwell.

La Francia dopo Enrico IV


autori: Diego Scala e Cinganotto Gilda

Nel 1610 Enrico IV é stato assassinato da un fanatico religioso.
Il trono viene affidato a Maria De Medici la vedova, perché il figlio, Luigi XIII, ha solo 9 anni.
La monarchia vacilla:
  • i nobili cercano di recuperare privilegi
  • i poveri si ribellano
  • gli ugonotti si considerano indipendenti
La situazione viene risolta dal cardinale Richelieu che seda i nobili e i poveri con la violenza, per quanto riguarda gli ugonotti assedia la Rochelle, convincendoli a rinunciare ai oro privilegi militari. Inoltre per aver maggior controllo sullo stato, vengono disseminati sul territorio dei funzionari che rendono esecutivi gli ordini del re: gli intendenti.

La guerra dei 30 anni (1618-1648)

autori: Brichese Francesca e Adis Lutisoski

L’evento scatenante della guerra dei 30 anni è stata la defenestrazione di Praga: alcuni aristocratici protestanti gettarono dalla finestra due rappresentanti del governo degli Asburgo (cattolici) e dichiararono re di Boemia il calvinista Federico V.
L’Europa si divise in due grandi fazioni: la lega cattolica (Spagna e Austria) e i protestanti (Olanda, Svezia, Inghilterra, più la Francia - anche se era cattolica - perché era nemica della Spagna).
La guerra fu combattuta soprattutto in Germania; inizialmente era in vantaggio lo schieramento cattolico, in un secondo  momento quello protestante, tanto che Ferdinando III (nuovo imperatore austriaco ) fu costretto a firmare la pace di Westfalia con la quale rinunciava alla restaurazione del cattolicesimo.

giovedì 6 gennaio 2011

Gian Giacomo Mora: il barbiere della peste Manzoniana


autori: Davide e Alessandro

Nella "prima "versione de"I promessi sposi" (storia della colonna infame), Alessandro Manzoni aveva dato ampio spazio alla storia di un barbiere Gian Giacomo Mora, ucciso per esser stato ritenuto colpevole di aver contagiato molte persone di peste.

Un giorno il presidente della sanità e il notaio, con un’opportuna scorta, si presentarono nella bottega del barbiere Gian Giacomo Mora; egli si occupava anche di bassa chirurgia: dalla diffusione della peste iniziò a vendere un prodotto da lui stesso inventato contro il contagio. Il barbiere quindi, viste le guardie e spaventato dal fatto che queste iniziavano una perquisizione della bottega, confessò la colpa di aver preparato diverse volte un unguento senza l'autorizzazione. Durante la perquisizione della casa fu sequestrata una gran quantità di sostanze e pozioni. Fu portato in carcere e alla domanda se conoscesse il Piazza e se mai gli avesse consegnato un vasetto di vetro ricolmo di un certo preparato, Mora ammise di conoscerlo e di avergli venduto tal unguento salvavita, dato che lavorava sempre a contatto con malati. Nel mese di luglio si ebbero numerosi arresti, sulla base di testimonianze popolari o dietro confessioni estorte torturando al limite della sopravvivenza il Piazza e il Mora. Nelle giornate comprese tra il 27 e il 30 giugno si organizzò il confronto tra il Piazza e il Mora, ai quali si concedettero infine sei giorni di tempo per definire le loro difese. Domenica 30 giugno Mora iniziò a rendere piena confessione. Con la confessione, il barbiere aveva firmato la sua condanna a morte.

La peste ne "I promessi sposi"

Autori: Alberto Sclip e Lorenzo Rossi

Nel romanzo storico "I Promessi sposi" lo scrittore Alessandro Manzoni descrive la grande epidemia di peste che tra il 1629 e il 1630 si diffuse a Milano.
In quegli anni la peste fu portata dai lanzichenecchi. Manzoni ricostruisce tutti gli aspetti della grande epidemia sulla base di una documentazione ricavata dalle cronache del tempo.

Il romanzo parla di due promessi sposi, Renzo e Lucia, al tempo della dominazione spagnola in Lombardia.
Don Rodrigo, il signorotto del paese, si è invaghito di Lucia, perciò impedisce il loro matrimonio: Lucia fugge quindi insieme alla madre in un convento di Monza. Poi, viene portata a Milano ed affidata a don Ferrante.
Intanto Renzo, fuggito a Milano, trova la città scossa dalla peste e si rifugia nel Bergamasco.
Infine torna a Milano e cerca la casa di don Ferrante presso cui crede si trovi Lucia.
Renzo attraversa una zona disabitata di Milano e trova il fetore dei cadaveri lasciati lì.
Poi arriva in una zona di Milano ancora abitata. Gli usci sono chiusi per sospetto e per terrore. Qualche uscio è inchiodato e sigillato per far capire che in quella casa ci sono degli ammalati o morti a causa della peste. Qualche uscio è segnato con una croce per far capire ai  monatti, cioè coloro che erano addetti al trasporto dei morti, che c’erano morti da portare via.
Per le strade Renzo vede lenzuola buttate dalle finestre e corpi abbandonati in attesa dell'arrivo dei carri.
Si manifesta la vita che c’è ancora in città con i rumori delle campane delle chiese, e con le persone affacciate alle finestre per pregare assieme.
Con la peste i due terzi dei cittadini erano morti.I sopravissuti andavano in giro con vestiti corti e stretti, per paura di toccare qualcosa ed essere contagiati dalla peste.
Qualcuno diceva che ci fossero delle persone, gli untori, che cercavano di contagiare le altre persone. Chi veniva considerato tale veniva preso e ucciso.




La peste nel Seicento



Autori: Zambusi Irene, Piasentin Martina, Soncin Camilla

Nel Seicento la popolazione dell’Italia settentrionale fu decimata dalla peste.
Lo scopo delle città non ancora contagiate dal morbo era quello  di non far entrare ebrei, vagabondi e zingari, poichè in quanto erranti venivano accusati di diffondere la malattia. Però la peste raggiunse comunque queste città.
Le persone sospettate di averla propagata morirono in modo atroce. I contagiati venivano assistiti da medici e barbieri-chirurghi, ma erano proprio questi che trasmettevano la peste: i barbieri facevano salassi, tagliando le vene delle persone contagiate, poi però non pulivano adeguatamente gli strumenti utilizzati, così facendo espandevano il morbo.
I cadaveri venivano cosparsi da calce viva, dopo esser stati gettati in fosse comuni.
Le attività pubbliche vennero sospese tranne le processioni per chiedere aiuto alla Madonna.

Elena Cornaro Piscopia: la prima donna laureata


autori: Azzalin Massimiliano e Scaramuzza Davide

Elena Cornaro Piscopia fu la prima donna a laurearsi in filosofia nel 1678 all’Università di Padova. Fu un esempio per molte donne visto che nel Seicento le donne avevano pochi diritti.
Il nonno materno del padre di Elena, Giacomo Alvise Cornaro era un importante scienziato ed era amico di Galileo Galilei, e suo padre Girolamo aveva allestito una grande biblioteca, ricchissima di strumenti scientifici.
Quando il padre di Elena si accorse delle grandi doti della figlia ne favorì la crescita culturale.
Elena voleva studiare teologia, ma non le venne concesso dalla Chiesa, così scelse filosofia.


Galileo Galilei


autori: Lisa Sarto e Francesco Baso                          

Nel Seicento si svilupparono molte idee nuove non solo in campo artistico e culturale.
A quel tempo appariva necessario superare le conoscenze tradizionali: si formò una nuova categoria di studiosi, gli scienziati, il cui obiettivo era quello di studiare la natura.
Uno dei più importanti scienziati di questo periodo fu Galileo Galilei ,secondo il quale la conoscenza della natura poteva essere raggiunta attraverso un metodo matematico.
Galileo nel 1609 inventò il cannocchiale attraverso il quale scoprì che era la terra a girare intorno al sole.
La Chiesa lo condannò come eretico e lo obbligò ad abiurare.
Galileo però continuò a sperimentare e attraverso la pubblicazione de "il dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo" le sue idee si diffusero comunque.

Film: Shakespeare in Love


Londra, estate 1593. Un giovane Shakespeare a corto di ispirazione è alla ricerca del fuoco dell'amore per dare vita alla poesia del teatro. Una ragazza figlia di ricchi borghesi, Viola De Lesseps, trascorre le notti a sognare i versi di Shakespeare e di poter un giorno far parte di una compagnia di teatro, vietato alle donne.
Alle audizioni per trovare un Romeo a una commedia non ancora scritta, dopo una desolante schiera di aspiranti, un giovane sconosciuto recita un sonetto con tanto sentimento che lo stesso Shakespeare lo rincorre fino a villa De Lesseps per conoscerlo o meglio per conoscerla: perchè Romeo è Viola travestita da uomo e aiutata dalla fedele balia, per coronare il sogno di calcare le scene.
Mentre lei è promessa dal padre in sposa al venale e odioso Lord Wessex, Shakespeare non vuole lasciarsi sfuggire il promettente Romeo: Viola alias Thomas Kent.
Ad un ballo a casa De Lesseps, Will vede Viola (per la prima volta non vestita da uomo) e tra i due è amore a prima vista. Lui corre sotto il balcone di lei, come nella celebre scena di Romeo e Giulietta...

E' un film del 1998, diretto da John Madden, con diverse licenze artistiche sulla realtà storica e sulla vita di Shakespeare ma rende benissimo l'idea dell'ambiente in cui si è sviluppato il teatro elisabettiano.

Romeo e Giulietta: una tragedia di William Shakespeare


autori: Pedrina e Gusso

Due famiglie di Verona, i Montecchi e i Capuleti erano nemici da generazioni.
Da queste famiglie nacquero due futuri innamorati Romeo e Giulietta.
La storia iniziò con una rissa di strada tra le servitù delle due famiglie, interrotta dal principe veronese, che annuncia : "In caso di ulteriori scontri, i principali membri delle due famiglie saranno considerati responsabili e saranno uccisi".
Giulietta, la più giovane dei Capuleti, è stata già promessa in sposa; Romeo, dei Montecchi, è innamorato di Rosalina.
Mercuzio e Benvolio, amici di Romeo, si infiltrano con quest’ultimo a una festa in maschera dei Capuleti, lì Romeo e Giulietta si innamorano e dopo poco si sposano in segreto.
Per poter far accettare la loro storia d’amore alle famiglie, Giulietta mette in scena la sua morte, grazie a un filtro che la rende momentaneamente senza vita, mentre Romeo è lontano. Quando il giovane torna a Verona, trova l’amata morta e si suicida con il veleno. Risvegliatasi dalla finta morte, Giulietta, vedendo Romeo privo di vita, si suicida col pugnale.

”E così con un bacio io muoio”

Globe theatre

Autori: Simone Marchesan e Massimiliano Sibilia

William Shakespeare recitò a Londra nel teatro “Globe Theatre”.
In realtà ci sono stati tre Globe Theatre:
-il Globe Theatre originale, costruito nel 1598 e distrutto nel 1613 da un incendio
-il Globe Theatre ricostruito nel 1614 e demolito nel 1644 dopo essere stato chiuso nel 1642
-la ricostruzione moderna del Globe inaugurata nel 1997, che si chiama “Shakespeare’ s Globe Theatre”.

La struttura esagonale, a due piani, in legno del teatro presentava uno spazio aperto al centro per l’illuminazione naturale; poteva contenere 3.000 persone.
Il prezzo d’ingresso era di 1 penny per il posto in piedi e di 2 penny per i posti a sedere.
Per proteggere in caso di pioggia i costosissimi costumi, che solo gli uomini potevano usare fino al 1660, c’ era una tettoia.
Gli spettacoli avevano luogo di giorno e a volte di notte.

Il motto del Globe era "Totus mundus agit histrionem” (Tutto il mondo recita).

Don Chisciotte della Mancia


consigliato da Giuseppe Frena

DON CHISCIOTTE della MANCIA
Questo romanzo, scritto intorno al 1600 dallo scrittore spagnolo Miguel Cervantes, è considerato parte fondamentale della letteratura spagnola. “Don Chisciotte” parla di un cinquantenne di nome Alonso Quijano che è appassionato di romanzi cavallereschi.
Le letture lo appassionano così tanto da trascinarlo in un mondo fantastico, nel quale si convince di essere chiamato a diventare un cavaliere errante. Alonso inizia così a girare per la Spagna. Durante il suo tragitto si porta dietro un contadino di nome Sancio Panza, a cui promette il governo di un’isola nel Nuovo Mondo, a patto che gli faccia da scudiero.
Purtroppo per don Chisciotte, la Spagna del suo tempo non è quella della cavalleria. La sua visionaria ossessione lo spinge a leggere la realtà con altri occhi. Inizierà quindi a scambiare i mulini a vento con giganti dalle braccia rotanti, i burattini con demoni e le greggi di pecore con eserciti nemici.
CURIOSITÀ
Nel Don Chisciotte ogni cosa può essere soggetta a diversi punti di vista. Le vicende cavalleresche ormai sono parole vuote, ma don Chisciotte a causa della sua pazzia non se ne accorge e cerca di ristabilire i rapporti fra realtà e libri.
L’ AUTORE
In quest’opera, pubblicata in due volumi nel 1605 e nel 1615, l’autore prende di mira con l’arma dell’ ironia i romanzi cavallereschi e la società del suo tempo; la sua influenza sulla letteratura spagnola è stata tale che lo spagnolo è stato definito "la lingua di Cervantes".

Letteratura e teatro nel Seicento




autori: Alex e Alessandro

Nel Seicento i libri erano i pricipali mezzi di comunicazione. I più grandi centri editoriali erano soprattutto in Germania (dove la stampa è nata con Johann Gutenberg nel Quattrocento).
A Parigi e a Londra c'erano i più importanti editori.
I libri si diffusero in tutte le lingue europee.
All' inizio del secolo Miguel Cervantes scrisse il "Don Chisciotte della Mancia", che fu il primo romanzo d'evasione europeo.
Anche il teatro ebbe una grande spinta: non era più solo per i nobili, ma anche per il popolo. Sul palcoscenico si esibivano solo attori maschi. E' questo il periodo storico in cui salta sotto le luci della ribalta, in Inghilterra, il grande William Shakespeare.
In precedenza le rappresentazioni teatrali avvenivano solo dentro i palazzi; non in una struttura appositamente creata per le rappresentazioni.
I primi teatri stabili sorsero in Inghilterra e in Italia (dove il primo vero teatro fu l' Olimpico di Vicenza dell'architetto Andrea Palladio).

Gli Ugonotti ne "Il visconte dimezzato " di Italo Calvino

consigliato da Brasolin Tatiana e Teso Martina

"Il visconte dimezzato", di Italo Calvino (Oscar Mondadori, pp.91, Euro 7,40)
Il visconte Medardo di Terralba si arruola nell’esercito cristiano per combattere in Boemia contro i Turchi, accompagnato dal fedele scudiero Curzio. Inesperto della guerra, due giorni dopo, nel campo,dove ferve la battaglia, si mette davanti alla bocca di un cannone con la spada sguainata, pensando di intimorire i Turchi, ma viene colpito in pieno e diviso in due.Sul carro che trasporta i feriti viene messa la parte destra del visconte che, portata in ospedale, curata e guarita, viene dimessa perché torni a casa.Così la metà sopravvissuta del visconte torna a Terralba, ma, poiché a salvarsi è stata la parte malvagia, nelle sue terre si instaura un clima di terrore. Muore il padre ed egli diventa padrone di tutti i possedimenti e, con ferocia inaudita,  uccide o mutila decine di persone e dimezza tutto ciò che trova sulla sua strada. Manda la sua balia a Pratofungo, il paese dei lebbrosi e  tenta di uccidere il nipote (il narratore), figlio illegittimo di sua sorella. Da mastro Pietrochiodo fa costruire macchine moderne per uccidere i cittadini che non fanno ciò che lui vuole e terrorizza gli Ugonotti.Questi erano scappati dalla Francia dove il re faceva tagliare a pezzi tutti quelli che seguivano la loro religione. Nella traversata delle montagne avevano perduto i loro libri e i loro oggetti sacri, e ora non avevano più né Bibbia da leggere, né messa da dire, né inni da cantare, né preghiere da recitare. Si erano messi a coltivare le dure terre di Col Gerbido, e si sfiancavano a lavorare, maschi e femmine da prima dell’alba a dopo il tramonto, nella speranza che la Grazia li illuminasse. Ricordando confusamente le dispute della loro chiesa, si astenevano dal nominare Dio e ogni altra espressione religiosa, per paura di parlarne in modo sacrilego.  
Ma un giorno a Terralba ritorna la parte sinistra del Visconte, quella buona, sopravvissuta grazie alle cure di un eremita: nel paese scoppia il caos...l'antidoto di tutto sarà L'AMORE!


"Ma già le navi stavano scomparendo all'orizzonte e io rimasi qui, in questo mondo pieno di responsabilità e di fuochi fatui." (1951)

Enrico di Borbone: "Parigi val bene una messa"

 

autori: Alberto Sclip e Vittoria Castellani


In Francia c'erano continue lotte tra cattolici e ugonotti ( protestanti calvinisti), capeggiati da Enrico di Borbone.
Il re Enrico III, persa la fiducia negli alleati cattolici dopo la sconfitta dell’Invincibile Armada, in punto di morte decise di cedere il trono a Enrico di Borbone, a patto che si convertisse al cattolicesimo.
Lui si convertì, diventando re di Francia con il nome di Enrico IV. Quest'ulttimo nel 1598 emanò l’editto di Nantes grazie al quale gli ugonotti non sarebbero più stati perseguitati per la loro fede.

Sir Francis Drake: el diablo

autori: Polesso Erica e Cinganotto Gilda

Nella lotta in mare tra corsari spagnoli ed inglesi, uno dei protagonisti fu Francis Drake: pirata inglese a servizio della regina Elisabetta, temutissimo dagli spagnoli.
Quest'ultimi lo soprannominarono "el Diablo"; su di lui circolavano molte leggende. Si diceva che possedeva uno specchio magico con cui poteva sapere in anticipo le mosse dei suoi nemici. Inoltre molte testimonianze dei suoi nemici raccontavano che mentre era in corso una battaglia navale scompariva improvvisamente lasciando, come unico suo segno, odore di zolfo.
La regina gli fu così riconoscente per il suo servizio che lo insignì del titolo di Sir (baronetto).